Storia (semiseria) dell’Osservatorio

L’Osservatorio Astronomico “Antonio Grosso” è stato fondato nel 1977 da una coppia di scriteriati, uno dei quali, Plinio Camaiti, aveva il pane (telescopio) ma non i denti, e l’altro, Maurizio Sirtori, aveva i denti (la postazione) ma non il pane. Seguendo il vecchio detto “Dio li fa e poi li accoppia”, i due elementi in questione si trovarono subito d’accordo e decisero di unire le loro risorse per dare vita a qualcosa che assomigliasse, seppur vagamente, ad un osservatorio astronomico.
Sulla sanità mentale della coppia sorsero da parte di amici e conoscenti delle riserve, chi altro avrebbe in mente di fare un osservatorio praticamente in città, in mezzo ai lampioni, nonché vicino ad una fievole sorgente luminosa quale la stazione della metropolitana di Cologno Monzese ?
Nonostante il generale (più o meno) scetticismo i due si misero prontamente all’opera, coadiuvati, in senso più morale che pratico, da altri figuri della loro stessa pasta, quali Roberto Boccadoro e, più tardi, i fratelli Antonio e Massimo Grosso.
A questo gruppetto di ardimentosi, in effetti c’era da rischiare l’osso del collo per poter fare delle osservazioni (per chi non lo ricordasse occorreva salire su una traballante scala (?) di legno appoggiata la muro per poter accedere allo strumento e non c’era la ringhiera, cosa che poteva causare dei problemi nel muoversi in 5 in 12 Mq. di notte) si aggiunsero più tardi i più bei nomi dell’astrofilia e dell’alcoolismo milanese, Claudio Messetti ed Attilio “the mouth” Valiati, persone che contribuirono sempre più alla trasformazione di quel nucleo embrionale in quello che è diventato un vero Osservatorio Gastronomico semi-professionale.

La strumentazione era costituita dal telescopio di Plinio, un 20 cm. da 250 Kg. che era messo in postazione fissa.
Un giorno il gruppetto conobbe Gianfranco Marcon, squisita persona con la quale si trovarono subito a condividere le due passioni principali, e d’altronde le uniche che rendono degna la vita di un uomo di essere vissuta: L’Alcool (quello buono però) e l’Astronomia.
In seguito a dei loschi accordi, sui quali la carità di patria ci impedisce di tornare, il gruppo venne in possesso di un eccellente telescopio Marcon da 25 cm. (e 350Kg.). Nell’occasione dell’acquisto si distinsero subito le persone intelligenti (quasi tutti) da quelle un po’ meno (Plinio e Maurizio che pagarono da soli lo strumento). In breve tempo ed in seguito a pochi e semplicissimi lavori (a tale proposito desideriamo ringraziare ancora il Corpo degli Alpini per aver messo a disposizione i muli necessari al trasporto del telescopio) lo strumento divenne operativo e da quel momento cominciarono i guai.

Con l’andare del tempo altre persone, per le quali l’aggettivo corretto è quanto meno debosciato, si unirono al gruppetto di dementi. Aldo Conti, brutalmente espulso dal Circolo Mineralogico Carlo Erba, Otakar Diblik, losco figuro sulla cui nazionalità si nutrono seri dubbi, Stefano Brambilla, sedicente ingegnere che è stato visto più volte piangere davanti ad un cacciavite urlando “come si adopera ?”, André Bernasconi, svizzero-brasiliano che ha la preoccupante abitudine di giocare al piccolo chimico.
A dimostrazione del fatto che per essere stupidi non c’è limite di età, e violando clamorosamente al legge sulla corruzione dei minori, il gruppo ha accolto in sé anche un bambino quattordicenne (1.85 per 120 Kg.), Attilio Van Husen.
Attorno all’Osservatorio gravitano altre persone, che però possiedono ancora quel minimo senso della vergogna che li inibisce dall’entrarci a pieno titolo. Fra di essi citeremo Piero (Franco) Stroppa, pseudo-insegnante più volte espulso dalle scuole del Regno, ed Enrico Fedeli, il più grosso pirata di software pornografico esistente sul pianeta.

L’attività principale dell’Osservatorio consiste nell’organizzare delle pantagrueliche “cene sociali” (per avere un’idea vedi sul vocabolario alla voce Trimalcione), ed, a tempo perso, nell’osservare qualcosa (cosa ?) con lo strumento sopra citato. Specialità nella quale i membri del gruppo sono imbattibili sono le osservazioni sul ghiaccio a -5°, in apnea per non appannare gli oculari.
Per dare un’idea della profondità del lavoro svolto basti dire che tali persone provano il massimo del godimento nel cercare di vedere un puntino luminoso, brillante come una candela a 1500 Km. di distanza, sparire dietro la Luna.
Secondo Sacks questo è l’ultimo grado della deficienza, per il quale l’unica cura consiste nell’eliminazione fisica dell’individuo, prima che possa contagiare le persone per bene.

Di seguito riportiamo l’organigramma presente dell’Osservatorio.

Bernasconi André : Mastro Alchimista
Boccadoro Roberto: Occultatore (di cosa ?)
Brambilla Stefano: Dagherrotipista
Camaiti Plinio: Magister Sapientiae
Conti Aldo: Astrooccultista
Diblik Otakar: Capo Vetraio
Grosso Massimo: Procacciatore di ferramenta
Messetti Claudio: Mastro Cronometrista
Sirtori Maurizio: Capo Officina
Valiati Attilio: The Voice
Van Husen Attilio: Apprendista Stregone